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27
Ott
Componentistica automotive: la crescita non si ferma
Componentistica automotive: la crescita non si ferma
  • giada silvestri
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DI SEGUITO ARTICOLO ESTRAPOLATO DAL GIORNALE DELL’AFTERMARKET ONLINE

Presentata oggi la nuova edizione dell’Osservatorio sulla componentistica automotive italiana,rapporto annuale realizzato dalla Camera di commercio di Torino, da ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), dal CAMI (Center for Automotive & Mobility Innovation) dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e dalla Camera di commercio di Modena.

L’edizione 2016 dell’Osservatorio presenta alcune novità: dopo aver ampliato l’indagine, nel corso della sua quasi ventennale attività di studio, anche a parti della filiera non strettamente riconducibili alla produzione di componenti di autoveicoli, oggi l’analisi torna alle origini e si concentra unicamente sulla componentistica automotive in senso stretto.

Lo scenario che si delinea descrive un universo di quasi 2mila imprese e 136mila addetti impiegati nella componentistica automotive su scala nazionale, con un fatturato generato solo dalla componentistica che raggiunge i 38,8 miliardi. Protagonista indiscusso in questo comparto il Piemonte, che da solo ospita oltre 700 imprese, con 55mila addetti direttamente impiegati nella componentistica, e fattura oltre 15 miliardi nel settore, in crescita rispetto al 2014 del 6,6%, valore più alto rispetto a quello italiano (+5,9%).

Immatricolazioni: Il 2015 è stato un anno positivo per l’industria automotive mondiale: la domanda di autoveicoli ha riguardato complessivamente 89,7 milioni di unità, +1,4% rispetto al 2014. La crescita è stata sostenuta in particolare dalle vendite in Europa Occidentale (+9,3%), con l’Italia a +16%, Stati Uniti, Messico, India e Cina. In ripresa anche il mercato turco (+25%), mentre restano in pesante contrazione Russia (-44,5%) e Ucraina (-50,6%).Dal 2007 al 2015 la composizione della domanda mondiale di autoveicoli, aumentata del 25%, si è modificata enormemente: i Paesi industrializzati e “motorizzati”, storicamente aree di produzione, hanno visto ridurre il peso dei loro mercati, passando dal 57% di quota al 45%, mentre i paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), la cui domanda è cresciuta del 98% rispetto al 2007, hanno raggiunto il 36% delle vendite mondiali (era il 23% nel 2007). Nel primo semestre 2016, la domanda di autoveicoli è ancora in crescita con 45,6 milioni di unità (+3,9%). L’Europa è l’area in cui si registra lo sviluppo maggiore: +7,2%. Nello stesso periodo, l’Italia vede crescere le immatricolazioni auto del 19,2%, mentre le previsioni di chiusura d’anno si attestano a 1,84 milioni di immatricolazioni (+15%).

Produzione: Nel 2015 la produzione mondiale di autoveicoli ha totalizzato oltre 91 milioni di unità, con un +1,1% rispetto al 2014: tutte le macro aree di produzione risultano in crescita, con la sola eccezione del Sud America (-21%). Rispetto al 2007, la produzione globale risulta in crescita del 24%.Nel 2016 la produzione mondiale di autoveicoli dovrebbe vedere confermato il trend del 2015. Anche in Italia, il trend positivo della produzione dell’industria automotive nel suo insieme sta proseguendo nel 2016, seppur a ritmi inferiori rispetto all’anno precedente, chiudendo il primo semestre a +6%, contro l’appena +0,8% della produzione industriale nel suo complesso.

Quest’anno l’indagine si è basata su 355 questionari compilati on line nella primavera del 2016 direttamente dalle imprese della componentistica automotive italiana e sull’analisi di 1.956 bilanci di società di capitali da cui sono stati estratti ricavi e addetti. Le imprese della componentistica si possono dividere in 4 grandi gruppi:

1. integratori di sistemi e i fornitori di moduli, il 4,5% del totale nazionale. Sono fornitori di 1° livello o nel caso dei modulisti anche di 2° livello; vendono direttamente alla testa della filiera

2. specialisti (34%), produttori di parti e componenti con un contenuto di innovazione e di specificità tale da costituire un vantaggio competitivo

3. subfornitori, è l’insieme più numeroso (53%). Producono parti e componenti standardizzate,secondo specifiche fornite dai clienti e facilmente replicabili dai competitors

4. engineering e design (E&D, 8,5%), protagonisti nell’ideazione e nella progettazione di una vettura. Forniscono servizi direttamente agli assemblatori oppure ai fornitori di primo livello, comprendendo in questo insieme sia le imprese dell’ingegneria di prodotto sia quelle dell’ingegneria di processo. In questo settore il Piemonte continua a mantenere un’elevata specializzazione: le imprese di questa categoria della fornitura rappresentano il 12,1% del totale a fronte dell’8,5% registrato a livello nazionale.

Nel 2015 il fatturato automotive della componentistica italiana, con 1.956 aziende e oltre 136mila addetti impiegati direttamente nella componentistica, ha raggiunto i 38,8 miliardi di euro, con un incremento del 5,9% rispetto al 2014. Il Piemonte, regione che si conferma essere la più specializzata del comparto in Italia, conta 712 imprese e 15,2 miliardi di fatturato della componentistica automotive, con una crescita superiore a quella nazionale (+6,6%).

Export e nuovi mercati: Il 75% delle imprese italiane e l’81% di quelle piemontesi esportano.L’attitudine piemontese all’internazionalizzazione è anche confermata dalla quota media di fatturato generata dalle esportazioni, che per i componentisti piemontesi risulta maggiore rispetto a quelli italiani (il 45% a fronte del 40%) e in risalita rispetto al 2014 (era rispettivamente del 37% e del 35%).Per modulisti e sistemisti, categoria che vende di più all’estero, la quota media di fatturato export raggiunge il 64% per i piemontesi e il 55% per gli italiani.In Italia la variazione media del fatturato estero fra il 2015 e il 2014 è stata pari al +4,2% soprattutto grazie alla performance degli specialisti (+4,9%) e degli E&D (+6,5%). Il fatturato estero dei fornitori piemontesi cresce un po’ meno di quello italiano (+3,3%), trainato proprio dagli E&D (+5,6%), aziende altamente specializzate, leader a livello internazionale, nella progettazione e nella prototipazione. Europa, Medio Oriente e Africa (EMEA) costituiscono insieme la principale area di destinazione delle esportazioni di componentistica automotive, sia a livello nazionale (348 citazioni, l’81%), sia a livellopiemontese (200, 80%). In Europa, Germania, Francia e Polonia risultano i primi tre paesi di approdo sia delle merci italiane sia di quelle piemontesi, segnale che i principali gruppi automobilistici rappresentano ancora i più importanti committenti delle forniture italiane.

Dipendenza da FCA: Nonostante la tendenza a diversificare espressa dalle imprese della componentistica automotive nell’indagine 2016, torna ad essere rilevante il rapporto con FCA, grazie alle buone performance dell’azienda e all’avvio delle nuove linee di produzione nel territorio nazionale. Nel 2015, il 79% dei componentisti italiani ha dichiarato di avere il gruppo FCA nel proprio portafoglio clienti a fronte del 60% del 2014; questa percentuale sale all’87% fra i piemontesi (era 65% nel 2014). Circa il 34% dei piemontesi (ma solo il 29% degli italiani) affida a FCA oltre il 75% del proprio fatturato. La dipendenza più marcata dal gruppo FCA viene rilevata fra i subfornitori, mentre gli specialisti risultano invece la categoria di operatori con maggiore autonomia dal costruttore.

Innovazione e ricerca: Il comparto automotive si distingue per un’elevata propensione all’innovazione: è uno dei settori economici dove gli investimenti in ricerca e sviluppo sono più consistenti, ad alta intensità di capitale e ad alta intensità tecnologica. Anche il campione delle imprese indagate conferma l’importanza del fattore innovazione in un periodo di espansione come quello attuale: il 72% (74% tra i piemontesi) dei rispondenti dichiara di investire una parte del fatturato nelle attività di ricerca e sviluppo, in crescita rispetto alla rilevazione del 2014 (68%). Di questi quasi il 15% afferma di destinare almeno il 10% del fatturato all’innovazione. Le imprese di E&D sono quelle con la maggiore propensioneall’innovazione (il 90% dei rispondenti) e il 40% spende oltre il 10% del fatturato in R&S; fra gli specialisti, così come fra i modulisti e sistemisti, la percentuale di imprese scende al 74%; tuttavia i fornitori di moduli e sistemi, quando investono, lo fanno in maniera più consistente utilizzando una quota maggiore di fatturato per lo sviluppo di attività innovative. Di che tipo di innovazione si tratta? Oltre il 57% dei rispondenti ha dichiarato di aver introdotto nel mercato prodotti nuovi o significativamente migliorati: nell’85% dei casi (l’87% a livello piemontese) l’impresa è stata propulsore nel proprio mercato di riferimento e, solo in percentuale residuale, ha innovato esclusivamente per adeguarsi alle imprese concorrenti con prodotti nuovi solo per l’impresa. La percentuale sale a oltre il 70% se si considerano le imprese che hanno introdotto innovazioni di processo, che hanno riguardato in primo luogo il processo di produzione (il 61% delle imprese) e a seguire i processi di gestione (il 43%) e la logistica (il 18%). Lo sviluppo delle innovazioni avviene principalmente “in house”, grazie all’utilizzo di risorse interne;tuttavia una quota importante di innovazione fa capo a collaborazioni instaurate dall’impresa stessa con istituzioni, ad esempio l’università, ma anche con altre imprese. I clienti, infine, giocano un ruolo fondamentale nell’innovazione: il 69% dei componentisti del campione italiano e il 67% di quello piemontese ha dichiarato che la collaborazione più significativa fra il 2013 e il 2015 è stata instaurata con un committente, attore che gioca una parte importante nella definizione delle specifiche per i prodotti e le soluzioni innovative.

Gli ultimi dati diffusi dall’ISTAT confermano che anche il 2016 sarà un anno di crescita per il settore automotive (la variazione tendenziale registrata nel mese di agosto per la produzione dell’industria automotive nel suo insieme è stata pari al +32,1% e anche i dati dell’indagine congiunturale condotta da Unioncamere Piemonte – Camera di commercio di Torino evidenziano per il Piemonte una crescita nei primi sei mesi del 2016). Il sentiment del campione nazionale delle imprese della componentistica automotive va in questa direzione: il saldo fra chi ha previsto una crescita per il 2016 e chi una diminuzione è del +60% (un po’ più basso quello rilevato per il Piemonte, +51%). Risultano più ottimisti i fornitori di moduli e sistemi e gli specialisti; più cauti sono gli engineering e design e i subfornitori.